lunedì 11 dicembre 2017

La motivazione estrinseca

La motivazione estrinseca si distingue tra obbiettivi di padronanza e di prestrazione.
Lo psicologo John Atkinson sostiene che anche lo stato d'animo svolge un ruolo molto importante.
E ha individuato la seguente relazione:
Tendenza al successo → fiducia.
Tendenza ad evitare il fallimento → paura.

La motivazione intrinseca

Harry Harlow ha rappresentato la motivazione intrinseca in un esperimento con delle scimmie.
La motivazione intrinseca è costituita da curiosità, cioè una sorta di motivazione cognitiva.
In altri casi è il piacere che si prova nel fare qualcosa.








Nell'esperimento delle scimmie erano sottoposte a giochi di intelligenza, il risultato è che le scimmie ripagate con del cibo ottenevano un risultato inferiore rispetto a quelle che giocavano per il puro piacere di farlo.


Dare un significato a ciò che accade

A determinare il comportamento non sono solo le motivazioni, ma anche le attribuzioni.
Cioè ragionamenti e spiegazioni di quanto accade.

Lo psicologo Fritz Heider ha distinto due forme di attribuzione e ne ha individuato l'effetto sul modo di concepire la vita.

1.Attribuzione interna: attribuire a se stessi la causa di ciò che avviene può avere sia valenza positiva che negativa.
Il soggetto ritiene se stesso artefice della riuscita o meno della vita.
2.Attribuzione esterna: cioè attribuire a motivi indipendenti dalla nostra azione quanto accade.




Lo psicologo Bernard Weiner invece ha individuato i tre aspetti fondamentali del processo di attribuzione.

1.Internalità: collocare la causa di un certo fenomeno(interna o esterna).
2.Stabilità: cioè il carattere costante o mutevole della causa.
3.Controllabilità: la possibiità o meno del soggetto di controllare la causa.

lunedì 13 novembre 2017

La motivazione

Per indicare che cosa ci spinge ad agire, il nostro linguaggio ricorre a una grande varietà di termini: volontà, desiderio, passione, curiosità, bisogno, interesse ecc..
La psicologia raggruppa tutti questi termini sotto un unico concetto, quello di motivazione.

Secondo Lieury e Fenouillet 'più si è motivati più l'attività è significativa e persiste nel tempo'.
Il termine evitamento indica una persistente attitudine a evitare un pericolo invece che affrontarlo.

Le motivazioni dell'agire non sono tutte uguali. La prima loro distinzione è quella dell'origine.
Alcuni fattori sono soggettivi ad esempio i tratti caratteriali.
Altri oggettivi ad esempio imposti dall'ambiente fisico.

Un'altra distinzione tra le motivazioni tiene conto dell'importanza.
Abraham Maslow ha interpretato i fattori motivazionali come bisogni dell'individuo.











I vari fattori motivazionali innescano un processo di attivazione.
Ciò significa che l'individuo percepisce stimoli interni ed esterni, li valuta, stabilisce che cosa fare, quali obiettivi vuole raggiungere e prende quindi una decisione operativa.

Il passaggio dalla percezione degli stimoli all'azione non è però così automatico.
Julius Kuhl ha distinto due tipi di orientamento motivazionale: l'uno centrato sull'azione, gli individui in grado di realizzare con decisione i propri propositi; l'altro centrato sulla situazione, coloro  che invece restano prigionieri, nel momento dell'analisi, delle possibili alternative e non riescono a passare all'azione.

lunedì 2 ottobre 2017

La teoria umanistica

Carl Rogers ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente o chiamato cliente.

Lui prende in considerazione il comportamento del docente e i suoi effetti sull'alunno.


Se si vuole avere una pratica didattica come/ispirata a questa teoria, servono tre atteggiamenti-chiave:

1. Autenticità o congruenza → indurre l'allievo a conoscere se stesso e a stabilire una continuità.
2. Considerazione positiva incondizionata → senza formulare giudizi o imporre cambiamenti di comportamento.
3. Comprensione empatica → l'educatore deve porsi dal punto di vista dell'allievo.

La relazione educativa ha quindi il compito di favorire la metacognizione, cioè l'autovalutazione dei risultati conseguiti.

La teoria psicoanalistica

La psicoanalisi è una corrente scientifica fondata da Sigmund Freud, e  sostiene che la classe è il campo di un incontro/scontro di forze inconsce, che emergono da esplosioni di collera, insuccessi scolastici e altri fattori.


La psicoanalisi invita a interpretare tali sintomi e a ricercare le cause che ne sono l'origine.
Per esempio i fenomeni di trasnfert, cioè un meccanismo mentale per cui l'individuo tende a proiettare il rapporto con i genitori sul proprio insegnante.


I fenomeni di proiezione avvengono quando qualcosa all'interno della psiche è avvertito come pericoloso e quindi viene proiettato all'esterno.

Ogni ragazzo ha una propria considerazione.
L'immagine di sé si costruisce attraverso um lungo periodo, a partire dal rapporto con i genitori oppure con altre figure di riferimento. 

L'insegnante può anche spingersi a rivivere la propria infanzia.
E questo fenomeno può essere un aiuto per capire diversi comportamenti degli alunni. 

La classe

La classe - Entre les murs è un film del 2008 diretto da Laurent Cantet.
Racconta l'esperienza di un insegnante alle prese con la difficile classe di una scuola media. È tratto da un libro semi-autobiografico dell'insegnante François Bégaudeau, che interpreta anche il ruolo principale nel film.


In generale, si vede lo svolgimento di lezioni durante le quali i ragazzi, in modo chiassoso e in un linguaggio piuttosto colorito, fanno domande, esprimono opinioni anche singolari, dibattono tra loro o semplicemente disturbano, e il professore cerca di coinvolgerli e di spiegar loro l'importanza della lingua e della letteratura, spesso mettendosi al loro livello, cercando di entrare nelle loro logiche e prendendo in prestito a volte il loro vocabolario, fatto quest'ultimo che rischia di metterlo in situazioni imbarazzanti .

La relazione educativa

La relazione educativa è il rapporto che si crea all'interno del processo formativo tra docenti e allievi, che a sua volta viene influenzato e influenza gli studenti nel gruppo classe.

L'interazione sociale può essere occasionale oppure stabile.




Quella occasionale potrebbe essere uno scambio di parola tra due sconosciuti che aspettano l'autobus.







Quella stabile invece quando più soggetti si incontrano con una cadenza frequente e prestabilita, come ad esempio la scuola.






Come ogni relazione sociale anche la relazione educativa esercita un'influenza sociale.
Come tutte le relazioni infatti condizionano il nostro comportamento.
La società sia nella comunicazione sociale che nella relazione sociale propone o impone modelli di comportamento.

La costituzione dell'individuo richiede relazioni sociali, perchè una persona acquisisce le proprie specificità all'interno di relazioni.Una relazione sociale si basa sulla comunicazione verbale non verbale, può svilupparsi in forme conflittuali o collaborative ed è costituita da componenti esplicite e componenti inconsapevoli.